Che non sia un momento facile per le finanze italiane lo si era capito da tempo. Le conseguenze si fanno sentire su moltissimi settori produttivi e ne siamo ben consci, ma, come spesso capita in Italia, uno degli ambiti più vulnerabili e vulneratiè la ricerca. Su tutti i notiziari in questi giorni vengono riportate le manifestazioni di protesta contro i tagli finanziari a carico degli enti che fanno ricerca e a cui, da sempre, viene affidato il compito di creare gli strumenti per assicurare alla nazione un futuro all'avanguardia. Se da un latoè giusto limitare gli sprechi e razionalizzare le risorse, dall'altro non si può fare sviluppo senza investire né tantomeno si può distruggere a colpi d'ascia la storia del paese e le eccellenze che in esso risiedono. La scure sembra essersi abbattuta anche sul CRA-CMA, forse più noto come UCEA, ma non tanto sull'ente, quanto sull'edificio storico nel complesso del Collegio Romano che ospita dal 1879 la sede dell'Unità di Ricerca per la Climatologia e la Meteorologia applicate all'Agricoltura (CMA), e sul quale campeggia l'antica iscrizione “Ufficio Centrale di Meteorologia – Regio Osservatorio Astronomicoâ€. Non vogliamo dilungarci sul ruolo storico, culturale, scientifico e chi più ne ha, più ne metta, dell'Istituzione nè sui dettagli dell'autentico patrimonio custodito in tale sede, poiché sono informazioni sicuramente meglio riportate nella nota redatta e sottoscritta dagli amici del CRA-CMA, che potete consultare qui a lato, ma vogliamo evidenziare la scelleratezza della decisione e l'enorme perdita che ne deriverebbe. L'agrometeorologiaè anche figlia dell'UCEA e la nostra stessa Associazioneè legata a filo doppio, triplo, quadruplo a questo ente ed a questa struttura cui dobbiamo molto. Rivolgiamo allora un invito agli associati ed ai simpatizzanti a usare tutti i propri mezzi per cercare di fermare un treno che per oraè ancora in corsa, un treno che per motivi economici (o forseè solo la scusa ?.....) sta portando un pezzo importantissimo di storia e di attualità della nostra scienza, verso un burrone. A fianco pubblichiamo anche il sito segnalatoci per la sottoscrizione di una petizione contro la chiusura della sede e dell'Osservatorio. Questo rappresenta proprio il minimo. Alla fantasia ed alle possibilità di ognuno percorrere anche altre strade.
Federico Spanna, ottobre 2018
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